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Questa è l’Università Ebraica di Gerusalemme

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Alain Elkann intervista il rettore Asher Cohen

Asher Cohen è Rettore dell’Hebrew Uni-versity, una serie di edifici modernissimi sul Monte Scopius vicino al Monte degli Ulivi con vista sulla città vecchia di Gerusalemme. Fondata da intellettuali come Freud, Einstein e Weitzman, dopo la Technician University di Haifa, è la più antica d’Israele. Rettore, ci descrive l’istituto e il suo lavoro?
«Quando abbiamo fondato l’Università 90 anni fa abbiamo cercato di coprire tutti i campi della scienza. Dalla psicoanalisi con Freud alla chimica con Weizmann alla Fisica teorica con Einstein. Abbiamo dipartimenti di Fisica Nucleare, Scienze Sociali, Studi italiani, Scienze Politiche, Medicina. Cerchiamo di essere molto bravi in ogni disciplina».


Secondo lei lo siete? «Credo che siamo molto bravi. A livelIo internazionale siamo al 53 posto nel mondo, la migliore del Medio Oriente e all’undicesimo posto tra quelle non inglesi». Quanti studenti avete? «23.000, metà al primo livello, metà specializzandi. Ci sono circa 1000 docenti Per la maggior parte sono israeliani perché la lingua principale è l’ebraico, ma abbiamo una sezione internazionale che intendiamo espandere e presto saremo in grado di offrire una laurea di primo livello in inglese». Avete studenti non ebrei? «Incoraggiamo al massimo il multiculturalismo. Abbiamo un migliaio di studenti arabi, molti cristiani e tutti i tipi di altre religioni». In quali campi pensa che siate al massimo livello? «Abbiamo uno tra i migliori dipartimenti di Matematica a livello mondiale, uno dei migliori in Informatica. E abbiamo appena istituito un centro di neuroscienze tra i migliori al mondo». E gli studi ebraici? «Sono uno dei nostri primi tre dipartimenti e siamo ancora al primo posto». Avete avuto dei premi Nobel? «Due vincitori del Nobel sono stati ricercatori presso l’Hebrew University e altri cinque hanno studiato qui». Chi finanzia l’Università? «Siamo un ente pubblico finanziato dal governo come tutte le università in Israele, ma cerchiamo di ampliare i nostri programmi con l’aiuto dei filantropi. Ma i finanziamenti privati rappresentano solo il 10% del nostro bilancio». Quali sono le sue maggiori ambizioni? «Voglio migliorare ancora l’Università, renderla più internazionale aggiungendo più programmi in inglese e farne una tra le più qualificate al mondo nel campo della scienza e della cultura». Avete rapporti con altri atenei? «Abbiamo collegamenti con diverse eccellenti università della cosiddetta “Ivy League” negli Stati Uniti, con gli studenti del Germ, con università svizzere e altre ancora». Siete anche noti per l’agricoltura… «Abbiamo un’eccellente facoltà di agricoltura e alcune tra le migliori innovazioni in campo agricolo sono state create dalla nostra facoltà. Dovrei anche aggiungere che cerchiamo di essere sempre più coinvolti nella comunità. Ammettiamo e supervisioniamo gli studenti svantaggiati. Paghiamo borse di studio agli studenti per promuovere il progresso sociale nelle regioni povere e incoraggiare i nostri studenti a prendere parte attiva nella società». I laureati dell’Hebrew University trovano lavoro? «Si, i nostri studenti sono molto quotati sul mercato del lavoro. Quelli della Facoltà di Giurisprudenza ricevono offerte molto interessanti dai più importanti studi legali d’Israele. Abbiamo una prestigiosa scuola medica e di Odontoiatria, la qualità di Medicina è alta». E la politica? «L’Hebrew University è l’istituzione più influente in Israele. Molti esponenti in vista del mondo politico, economico o accademico si sono laureati qui». Come si convive con ciò che accade nel Paese e, per gli studenti, con l’obbligo di un servizio militare di tre anni? «Siamo riusciti a rendere l’Università un’isola di normalità e di attività intellettuale. I nostri studenti sono più vecchi che in altri Paesi perché s’iscrivono dopo il servizio militare. Ma di conseguenza, spesso s’impegnano di più». Vi considerate un istituto mediorientale? «Abbiamo studi a indirizzo regionale e siamo mediorientali, ma simili a qualsiasi università occidentale. Non osserviamo la kashrut perché abbiamo una comunità eterogenea». A cosa sono destinate le donazioni? «A finalità specifiche. Albert Einstein ha dato all’Hebrew University tutte le sue proprietà intellettuali e la sua casa a Berlino. Frank Sinatra, Barbra Streisand e Steven Spielberg ci hanno sostenuto con donazioni. Ma le indicazioni variano. Alcuni danno soldi per un edificio che porta il loro nome. Altri sviluppano un settore in particolare. La famiglia Safra, ad esempio, ha contribuito alla fondazione del Centro per le neuro-scienze. Altri ancora finanziano borse di studio o le attività generali. L’Università non è ricca e abbiamo bisogno di maggiori fondi per ampliare le infrastrutture e dare più borse di studio agli studenti». Che qualità deve avere un rettore? «Dev’essere capace di comprendere e di avere una visione chiara del futuro e deve essere provvisto di buon senso per trattare con le diverse comunità»

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